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Il marketing dell’impossibile: quando il difetto diventa desiderio

In un mondo saturo di perfezione patinata, c’è chi ha saputo ribaltare le regole del marketing tradizionale. Non vendono sogni, ma realtà imperfette. Eppure, proprio per questo, diventano virali. Tre casi emblematici ci insegnano che l’impossibile, se raccontato bene, può diventare irresistibile. Tre casi che lavorano su bias che tutti noi ci portiamo dietro e, una volta attivati, ci fanno premere il tasto del desiderio.

Sara Savino e i ruderi che fanno sognare

Sara Savino, agente immobiliare, ha fatto del rudere il suo manifesto. Niente filtri, niente rendering magici: solo pietre, crepe e tetti sfondati. Ma la sua narrazione è potente. Con ironia e autenticità, trasforma ciò che sembrava invendibile in oggetti di desiderio. I suoi video diventano virali perché ci fanno ridere, ci incuriosiscono, e ci fanno incontrare un’Italia nascosta.

Il bias attivato è l’Effetto Pratfall – quando un piccolo difetto rende più simpatici e autentici. Sara non nasconde le magagne, le esalta. E il pubblico la premia.

Biraghi e il gelato al gusto “fior di latte”

In un mercato dove ogni gelato è un’esplosione di gusti esotici, Biraghi lancia un solo gusto: fior di latte. Nessuna vaniglia del Madagascar, nessun pistacchio iraniano. Solo latte, e basta. Il risultato? Un successo clamoroso. Perché in un mondo che urla, chi sussurra si fa notare.

Qui si attiva il bias del Paradosso della scelta – meno opzioni, meno stress, più soddisfazione. Biraghi semplifica, e conquista.

Colussi e i biscotti rotti: il difetto che diventa brand

Colussi ha fatto il colpo di genio: vendere biscotti rotti. Non come scarto, ma come prodotto. Con tanto di packaging dedicato. Il messaggio? “Non serve essere perfetti per essere buoni.” Il pubblico ride, condivide, e compra. Perché si riconosce.

Il bias su cui si fa leva è l’Effetto IKEA – amiamo ciò che è imperfetto perché ci coinvolge emotivamente. I biscotti rotti ci parlano di noi.

Cosa ci insegnano queste strategie?

  • Autenticità batte perfezione.
  • L’ironia crea connessione.
  • La semplicità è un superpotere.
  • I bias cognitivi non sono limiti, ma leve.

Sara Savino, Biraghi e Saiwa non hanno solo venduto un prodotto. Hanno venduto un’idea: che l’imperfezione può essere bella, desiderabile, virale.

E tu, cosa stai facendo per rendere il tuo brand “imperfettamente irresistibile”? Per mettere insieme idee assurde e proposte impensabili per far girare il tuo business, ci siamo noi Skippers a info@skippersproject.com.

Outfluencer per costruzione, comunicatrici per scelta.